La Chiesa, la Cripta dei Monaci, gli Affreschi

 

L’interno gotico è stato reo invece barocco nel Sei-Settecento, quando tutti i pilastri furono rivestiti in muratura, mentre i capitelli in cotto assunsero il tipico aspetto con decorazione corinzia.
Gli affreschi della volta e delle pareti sono opera di Bartolomeo Guidobono (Savona, 1654 – Torino, 1709), pittore italiano di fama contemporaneo del Parmigianino e del Correggio, cui si devono moltissimi dipinti in molteplici luoghi sacri torinesi, piemontesi, genovesi e savonesi.
Sulla volta campeggia la figura della Beata Vergine Assunta (cui l’edificio è dedicato), e tutt’intorno cori di angeli e santi. Ai margini, maestose figure degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa avvolte in ampi panneggi. Sulla parete di sinistra, l’affresco raffigura Amedeo III di Savoia mentre fonda l’Abbazia di Hautecombe nel 1125. Il personaggio vestito di ermellino al centro della parete è Umberto III di Savoia mentre, inginocchiato, veste l’abito dei cistercensi nella suddetta abbazia per mano di San Bernardo.
Suoi sono anche gli affreschi che ornano la cripta dei monaci – tuttora visitabile su appuntamento – recentemente riscoperta sul lato absidale della chiesa, proprio innanzi al prato che ospitava l’antico cimitero, la cui porta murata da secoli rimase sconosciuta ai ricercatori sino agli anni Duemila).
E’ attualmente allo studio un progetto di recupero del percorso di cunicoli sottostanti l’abbazia stessa, il cui accesso avveniva proprio dalla cripta in oggetto.
All’interno dell’abside, invece, trova posto la sontuosa pala dell’Assunta, opera nel 1865 del pittore veneto Federico Cervelli (Milano, 1635 o 1638 – Venezia 1700 circa)  il cui stile si caratterizzò nel tempo per una progressiva ricerca di un linguaggio più personale, più misurato e vicino al Classicismo, intermedio tra lo stile barocco della metà del Seicento, e quello che aprirà la strada al Settecento.

Il Campanile

 

Il campanile attuale è del 1825, e sostituisce il precedente che aveva a sua volta preso il posto della torre-lanterna originaria della prima costruzione cistercense. Ospita un concerto di 5 campane di cui 4 fuse dalla storica e ormai estinta Fonderia ‘Achille Mazzola’ di Valduggia, nel Vercellese, e una, il campanone, rifuso dalla Fonderia ‘Ecat’ di Mondovì in anni recenti (che a suo tempo acquistò le sagome del Mazzola proseguendone nel tempo l’attività con rinnovato slancio dopo la definitiva chiusura, avvenuta negli anni ’90).

“La preghiera non indebolisce ma dà forza allo spirito”
San Giuseppe Benedetto Cottolengo

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