L’Abbazia di Casanova, una Storia Millenaria
Tra gli edifici religiosi più meritevoli di attenzione e visita del Piemonte, v’è l’Abbazia di Casanova (frazione di Carmagnola), un capolavoro di arte e storia immersa nelle campagne del Carmagnolese, al confine con quel lembo di Torino che confina con l’inizio della provincia di Cuneo.
Si raggiunge comodamente dalla ex Statale 393 di Villastellone e dall’uscita Carmagnola dell’autostrada Torino-Savona, ed è un crogiolo di stili ed epoche diverse che fanno di tale complesso monastico un punto d’incontro unico fra stili architettonici e differenti epoche storiche dense di storia e significato.
L’Abbazia, dedicata, all’Assunzione di Maria Vergine e a San Michele di Casanova, fu voluta dall’ordine monacale cistercense che lì rimase sino al XVI secolo, quando poi subentrarono le corti sabaude, ma fu anche l’inizio della fine perché nel Diciassettesimo secolo furono numerosi i saccheggi e il complesso iniziò il proprio declino, al punto da indurre Papa Pio VI a farlo retrocedere come monastero.
Nato come complesso cistercense, in seguito a una donazione dei Marchesi di Saluzzo, nei suoi primi 200 anni di vita si sviluppò fiorente sino a trasformarsi in un solido riferimento per la vita religiosa e politica di un’ampia area geografica (trovandosi sulla direttrice della Via Francigena). Motivo per cui anche lo stile magnificente della costruzione raggiunse livelli aulici ed elevati per il tempo: anche se, per via di un incendio, tra il 1743 e il 1753, fu demolita e ricostruita sulla base di un progetto opera di Giovanni Tommaso Prunotto (allievo di Filippo Juvarra) mentre dal secolo XVIII la chiesa fu utilizzata come residenza sabauda dapprima con Vittorio Amedeo III di Savoia, e successivamente con Vittorio Emanuele I.
Attualmente, la facciata della chiesa principale riporta ancora tracce architettoniche del Diciassettesimo secolo, anche se per il rifacimento si puntò al tardo barocco piemontese con un progetto con mattoni a vista dell’architetto Francesco Gallo, monregalese, autore di oltre 80 preziosi edifici pubblici e religiosi nella provincia di Cuneo, tra cui anche il faraonico Santuario di Vicoforte Mondovì (la cui cupola con sezione orizzontale ellittica risulta al momento essere la più grande del mondo).